Religioni - Maometto e il Corano: riassunto
Pubblicato online (luglio 2024).

Fonte: Wikipedia.

Fonti

La maggior parte degli storici ritiene che Maometto, come figura storica, sia esistito. Le principali fonti sulla vita di Maometto sono il Corano e resoconti basati su tradizioni orali conosciute come sira e hadith. Determinare quali elementi delle prime storie sulla vita di Maometto siano veri e quali no è estremamente difficile.

Contesto religioso

La religione nell'Arabia preislamica era variegata. Sebbene il politeismo fosse all'inizio prevalente, il monoteismo era praticato da alcuni abitanti della regione, come le tribù ebraiche. Oltre al paganesimo arabo, altre pratiche religiose nella regione includevano 1) quelle delle antiche religioni semitiche (Cananiti e Sumeri, vedi Antico Testamento), 2) le religioni abramitiche (vedi Antico Testamento), di cui l'Islam diverrà parte, 3) le religioni iraniane (zoroastrismo, vedi Antico Testamento), 4) le religioni gnostiche e 5) le religioni indiane, alle quali aderivano per lo più mercanti non nativi e altri viaggiatori.
Alcuni studiosi ipotizzano che nell'Arabia preislamica, inclusa la Mecca, Allah fosse considerato una divinità creatrice o una divinità suprema in un pantheon politeista. La parola Allah (dall'arabo al-ilah che significa "il dio") potrebbe essere stata usata come titolo piuttosto che come nome. Il concetto di Allah potrebbe comunque essere stato vago nella religione meccana.
Arrivati alla fine del 500, il giudaismo è la religione dominante nello Yemen, mentre il cristianesimo ha messo radici nell'area del Golfo Persico. In Arabia, molti sono riluttanti a convertirsi a una fede straniera, ma quelle fedi forniscono punti di riferimento intellettuali e spirituali, e il vecchio vocabolario pagano in arabo comincia a essere sostituito ovunque da parole ebraiche e cristiane in aramaico, inclusa la Mecca. Mentre nella regione il politeismo arabo viene emarginato, vi è una crescente necessità di una religione monoteistica degli arabi, diversa dal giudaismo e dal cristianesimo.
La critica ai "politeisti" contenuta nel Corano è infatti un riferimento iperbolico agli altri monoteisti, in particolare agli arabi ebrei e agli arabi cristiani, le cui credenze religiose sono considerate imperfette. Tuttavia, il dio che Maometto prega nella grotta è lo stesso dell'Antico Testamento, nella sua versione più pura e con la stessa storia, solo non necessariamente con lo stesso corollario di regole e pratiche di ebrei e cristiani, e Allah è semplicemente il termine arabo per Dio.

Maometto

Nasce nel 570 d.C. alla Mecca.

Nel 576 d.C. (6 anni) rimane orfano di entrambi i genitori, suo nonno e suo zio si prendono cura di lui.

Nel 595 d.C. (25 anni) la sua reputazione imprenditoriale (guidava carovane in Siria) attira l'attenzione della sua lontana parente quarantenne Khadijah, una ricca donna d'affari. Maometto accetta la sua offerta di matrimonio e rimane monogamo con lei fino alla sua morte. Dopo la sua morte avrà dodici mogli, fino a dieci contemporaneamente, tutte tra i 9 e i 40 anni. La sicurezza finanziaria di cui gode grazie a Khadija gli dà molto tempo libero da trascorrere in solitudine nella grotta di Hira, dove periodicamente si isola per diverse notti per pregare Allah.

Nel 610 d.C. (40 anni) Maometto riferisce di aver ricevuto nella grotta la visita dell'arcangelo Gabriele. L'angelo gli mostra un panno con sopra dei versetti coranici e gli dice di leggere. Maometto confessa il suo analfabetismo, Gabriele lo soffoca e ripete il comando. Questa sequenza avviene tre volte, dopodiché Gabriele recita i versi affinché Maometto li memorizzi. Scioccato dall'esperienza e convinto di essere stato attaccato da un demone, Maometto corre dalla moglie in cerca di conforto. Khadija è sicura che si sia trattato di un'autentica rivelazione e non di un demone. Le rivelazioni di Gabriele continuano, ma cessano anche per lunghi periodi, durante i quali Maometto minaccia di suicidarsi per la disperazione ma viene subito rassicurato dalla ricomparsa dell'angelo. I suoi momenti di illuminazione sono accompagnati da convulsioni, sudorazione, svenimenti, tremori e vertigini, e mentre il resto della famiglia viene gradualmente a conoscenza di queste rivelazioni, l'opinione si divide tra chi pensa che sia in preda a un demone o a un incantesimo, e chi pensa che sia diventato davvero un profeta.

Nel 613 d.C. Maometto inizia a predicare pubblicamente le rivelazioni. Ad ogni nuova rivelazione, i suoi seguaci la ripetono dopo di lui e la memorizzano, e quelli alfabetizzati la registrano per iscritto. Introduce nel suo gruppo la preghiera con posture fisiche che incarnano l'abbandono completo a Dio (da cui i termini islam, che significa "sottomissione", e muslim, che significa "colui che si sottomette"). Inizialmente non incontra una seria opposizione da parte degli abitanti della Mecca, indifferenti alla sua attività di proselitismo, ma quando inizia ad attaccare le loro convinzioni, nascono tensioni.

Nel 619 d.C. Maometto affronta un periodo di dolore. Muore sua moglie Khadija, fonte fondamentale del suo sostegno finanziario ed emotivo. Nello stesso anno muore anche suo zio, che fungeva da tutore. Man mano che alla Mecca cresce la resistenza al suo proselitismo, Maometto inizia a limitare i suoi sforzi ai non meccani che frequentano fiere o fanno pellegrinaggi. Tra questi, nel 620 d.C. incontra sei membri di una tribù araba originaria di Medina. A quel tempo, la situazione a Medina era la seguente: due tribù arabe si erano trasferite per vivere fianco a fianco con le tribù ebraiche che costituivano la maggioranza della popolazione; le tribù arabe erano in lotta fra loro da cento anni, e a Medina ciascuna di loro aveva cercato di ottenere l'appoggio delle tribù ebraiche, il che a volte portava a lotte intestine tra queste ultime. I sei membri che Maometto incontra avevano compiuto razzie contro gli ebrei, che a loro volta li avevano avvertiti che sarebbe arrivato un profeta e, con il suo aiuto, gli ebrei li avrebbero annientati. Dopo aver ascoltato il messaggio religioso di Maometto, i sei uomini commentano fra loro: "Questo è il profeta del quale ci hanno messo in guardia gli ebrei, non lasciamo che arrivino a lui prima di noi!". Quindi abbracciano l'Islam, tornano a Medina e condividono il loro incontro, sperando che altre persone delle due tribù arabe si uniscano all'Islam e adottino Maometto come loro leader. Ciò porrà fine anche al conflitto tra le due tribù. Nel 621 d.C. Maometto incontra sette nuovi convertiti di Medina. Nel 622 d.C. incontra settantacinque nuovi convertiti di Medina. Dato il clima ostile nella comunità meccana, chiede loro di proteggerlo a Medina come proteggerebbero le loro mogli e i loro figli. Essi sono d'accordo e gli prestano giuramento. Il Paradiso sarà la ricompensa per la loro lealtà. Successivamente, Maometto invita i musulmani meccani a trasferirsi a Medina.

Nel 623 d.C. Maometto possiede un pezzo di terra e una casa a Medina, la prima moschea musulmana, che utilizza anche per ospitare riunioni pubbliche e per aiutare i poveri con cibo e cure. Anche cristiani ed ebrei possono partecipare al culto comunitario nella moschea. In seguito all'emigrazione, gli abitanti della Mecca si impadroniscono delle proprietà degli emigranti musulmani. Scoppia quindi la guerra tra il popolo della Mecca e i musulmani. Maometto pronuncia versetti del Corano che consentono ai musulmani di combattere i meccani, e una rivelazione di Dio gli indica che durante la preghiera dovrebbe rivolgersi verso la Mecca piuttosto che verso Gerusalemme. Maometto si adatta alla nuova direzione e i suoi compagni seguono il suo esempio. Inoltre, sotto il suo ordine, i musulmani iniziano ad attaccare le carovane meccane per fare prigionieri e chiedere riscatti. Seguono una serie di eventi che vedono Maometto entrare in guerra con la Mecca e con le tribù ebraiche, diventare un leader sempre più forte e giustificare le sue decisioni con opportune rivelazioni. Invasioni, saccheggi, riscatti, schiavi, conversioni forzate, terre confiscate e decapitazioni non si contano più, ma per quanto aggressivi siano i musulmani, la loro aggressività nasce sempre dalla difesa personale, e per quanto duro sia il governo dei musulmani, è pur sempre basato su regole, su una presunta volontà di Dio, non è violenza cieca. Questo diventerà importante quando si parlerà di jihad, più in basso.

mappa delle conquiste di Maometto

In verde sulla mappa, le conquiste di Maometto
(immagine di Javierfv1212).

Riguardo alle rivelazioni: Gabriele ordina a Maometto di attaccare la tribù ebraica dei Banu Qurayza; in quell'occasione Maometto approva l'esecuzione di 600-900 uomini di Banu Qurayza perché ciò si allinea al giudizio di Dio; in un sogno, Maometto apprende che Dio invierà 1000 angeli per aiutare i musulmani a combattere i meccani a Badr; a Uhud, una rivelazione consente agli uomini musulmani di avere fino a quattro mogli ciascuno, segnando l'inizio della poliginia nell'Islam. Gli storici (Watt, Bell, Lewis, Welch) respingono l'idea che Maometto abbia deliberatamente ingannato i suoi seguaci, sottolineano che il fatto di essere sempre pronto a sopportare le difficoltà in nome della causa dimostra la sua sincerità e che non avrebbe potuto diventare così influente senza una forte fede nella sua vocazione. Tuttavia, Watt dice che Maometto potrebbe aver scambiato il suo subconscio per una rivelazione divina.

Nel 630 d.C. Maometto marcia sulla Mecca con 10.000 musulmani convertiti e, con perdite minime, prende il controllo della città. Rimuove i 360 idoli pagani dalla Kaaba (il celebre edificio quadrato nero, che prima dell'occupazione di Maometto era dedicato al dio Hubal) e lo trasforma nel tempio di Allah.

Nel 632 d.C. muore a Medina. Anche dal letto di morte, Maometto continuò a impartire ordini militari e a maledire cristiani ed ebrei. Secondo i resoconti tradizionali, la sua morte fu dovuta ad avvelenamento, mentre lo storico Alfred T. Welch ipotizza che sia stata causata dalla febbre di Medina.

Il Corano

Fin dai primi anni, i compagni di Maometto avevano registrato per iscritto le sue rivelazioni quotidiane su vari supporti, inclusi foglie e ossa. Maometto non imparò mai a leggere e scrivere, ma il suo analfabetismo è stato considerato un segno della genuinità del suo essere profeta. Alla sua morte, il califfo Abu Bakr ordina ai compagni di recuperare e radunare tutte le registrazioni. Il califfo Uthman stabilisce quindi una versione standard, che è generalmente considerata l'archetipo del Corano oggi conosciuto.

Il Corano è organizzato in 114 capitoli chiamati sura (plurale sure) e presuppone la familiarità del lettore con le principali storie raccontate nella Bibbia. Nel complesso, i versetti coranici contengono esortazioni riguardo al bene e al male, mentre gli eventi storici sono utilizzati solo come sfondo alle lezioni morali. Detto questo, le credenze islamiche fondamentali, inclusa l'esistenza di Dio e la risurrezione, i racconti dei primi profeti, argomenti etici e legali, eventi storici del tempo di Maometto, carità e preghiera, tutto si può trovare nel Corano. I capitoli non sono disposti in ordine cronologico ma in ordine decrescente di lunghezza. Il testo coranico sembra non avere inizio, metà o fine. Si ritiene che la disposizione testuale mostri una mancanza di continuità, assenza di ordine cronologico o tematico, e ripetitività. E' stato osservato (Sells e Brown) che questa apparente disorganizzazione è un espediente letterario capace di produrre effetti profondi, come se l'intensità del messaggio profetico mandasse in frantumi il veicolo del linguaggio umano in cui viene comunicato. Sells cita anche la ripetitività del Corano come un espediente letterario.

Il Corano attribuisce il suo rapporto con la Torah e i Vangeli alla loro origine unica, dicendo che sono stati tutti rivelati dall'unico Dio. Anche se Maometto non sapeva leggere, aveva imparato il giudaismo e il cristianesimo attraverso la tradizione orale. Adamo, Enoch, Noè, Eber, Sela, Abramo, Lot, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, Ietro, Davide, Salomone, Elia, Eliseo, Giona, Aronne, Mosè, Zaccaria, Giovanni Battista e Gesù sono menzionati nel Corano come profeti di Dio. Maometto è solo l'ultimo, e come tale vuole mettere in luce gli errori dei suoi predecessori. Il Corano contiene riferimenti a più di cinquanta persone presenti nella Bibbia. Naturalmente ci sono molte differenze. Ad esempio:
- Nell'Eden è Dio che indica ad Adamo i nomi delle piante e degli animali, Adamo non li sceglie. Eva non ha nome, è solo la compagna di Adamo. Non c'è nessun serpente, i due vengono ingannati da Satana.
- Nella storia di Caino e Abele, i due non hanno nome, e Dio manda un corvo a scavare la tomba di Abele.
- La storia di Noè si concentra sul suo tentativo di convincere i connazionali a comportarsi correttamente piuttosto che sul diluvio. Al posto dell'Ararat c'è il Monte Judi, una montagna specifica nella catena dell'Ararat.
- Nella Bibbia, Aronne aiuta a costruire il vitello d'oro. Nel Corano, Aronne è un messaggero di Dio che si oppone all'idea del vitello d'oro e un'altra persona porta gli Israeliti ad adorare il falso idolo.
- Gesù non si è mai aspettato di essere interpretato come divino, ha semplicemente insegnato il monoteismo, e non è morto sulla croce, è stato innalzato al Cielo.

Le donne sono personaggi importanti delle storie e della morale insegnate nel Corano. La maggior parte delle donne sono rappresentate come madri o mogli. Per certi aspetti mantengono una certa autonomia dagli uomini. Ad esempio, il Corano parla di donne che si sono convertite all'Islam prima dei loro mariti, o di donne che hanno prestato giuramento indipendente di fedeltà a Maometto. Nelle società patriarcali, queste storie sono state soggette a manipolazione, ed è stato dettato il modo in cui anche le generazioni future avrebbero dovuto interpretare il ruolo delle donne. Sulla scia della modernità e dell'ascesa del femminismo islamico, molti studiosi stanno riconsiderando il testo originale e reimmaginando la donna nell'Islam.

Insegnamenti

Questo è un elenco di 75 buone maniere del Corano, dal sito web dei musulmani del New England:
Non mentire (22:30); Non spiare (49:12); Non esultare (28:76); Non insultare (49:11); Non sprecare (17:26); Nutri i poveri (22:36); Non criticare (49:12); Mantieni i tuoi giuramenti (5:89); Non accettare tangenti (27:36); Onora i tuoi trattati (9:4); Trattieni la tua rabbia (3:134); Non diffondere pettegolezzi (24:15); Pensa bene degli altri (24:12); Sii buono con gli ospiti (51:24-27); Non fare del male ai credenti (33:58); Non essere scortese con i genitori (17:23); Stai lontano dai discorsi malevoli (23:3); Non prendere in giro gli altri (49:11); Cammina in modo umile (25:63); Rispondi al male con il bene (41:34); Non dire quello che non fai (62:2); Mantieni le tue promesse (23:8); Non insultare i falsi dei degli altri (6:108); Non ingannare le persone nel commercio (6:152); Non prendere oggetti senza diritto (3:162); Non fare domande inutili (5:101); Non essere avaro né stravagante (25:67); Non chiamare gli altri con brutti nomi (49:11); Non fare finta di essere puro (53:32); Parla gentilmente, anche agli ignoranti (25:63); Non chiedere una ricompensa per un favore (76:9); Fai spazio agli altri alle riunioni (58:11); Se il nemico vuole la pace, allora accettala (8:61); Restituisci un saluto in modo migliore (4:86); Non ricordare agli altri i tuoi favori (2:264); Porta la pace tra gruppi combattenti (49:9); Abbassa la voce e parla con moderazione (31:19); Non lasciare che l'odio ti renda ingiusto (6:108); Non chiedere troppi favori alle persone (2:273); Saluta le persone quando entri in casa loro (24:27); Sii giusto, anche contro te stesso e i tuoi parenti (4:135); Parla con gentilezza, anche ai leader miscredenti (20:44); Non criticare i piccoli contributi degli altri (9:79); Non chiamare il Profeta come chiami gli altri (24:63); Cerca di portare pace tra marito e moglie (4:128); Non chiamare il Profeta dall'esterno delle sue stanze (49:4); L'oppressione e la corruzione sono peggiori dell'uccisione (2:217); Predica agli altri in modo buono e saggio (16:125); Non accusare gli altri di immoralità senza prove (24:4); Considera le mogli del Profeta come tue madri (33:6); Non alzare la tua voce al di sopra di quella del Profeta (49:2); Non chiamare qualcuno miscredente senza saperlo (4:94); Chiedi il permesso prima di entrare nella stanza di qualcuno (24:59); Sappi che i tuoi nemici possono diventare i tuoi amici (41:34); Non consumare ingiustamente la ricchezza dei vulnerabili (4:29); Non voltare lo sguardo in modo arrogante con le persone (31:18); Perdona gli altri, come vorresti che Allah perdonasse te (24:22); Chiedi il permesso del Profeta quando lasci la sua riunione (24:62); Non tenere riunioni segrete per peccare, piuttosto fallo per pietà (58:9); Non ordinare agli altri di fare il bene dimenticandolo tu stesso (2:44); Sii paziente con il tuo insegnante e segui le sue istruzioni (18:67-69); Non accigliarti, non voltare le spalle e non trascurare coloro che vengono a te (80:10); Se non sei in grado di aiutare una persona bisognosa, almeno pronuncia parole gentili (17:28); Sii indulgente con coloro che sono sotto di te e consultali nelle questioni (3:159); Verifica le informazioni provenienti da una fonte dubbia prima di agire di conseguenza (49:6); Non rimanere inutilmente nella casa del Profeta dopo un pasto (33:53); Coloro che possono dovrebbero continuare a spendere per i meno fortunati (24:22); Non entrare nelle case senza permesso (24:27-28); Non sederti con coloro che deridono la religione finché non cambiano argomento (4:140); Di' che non è appropriato parlare di calunnie quando ti vengono menzionate (24:16); Se devi chiedere qualcosa alle mogli del Profeta, fallo attraverso un hijab (col significato di tendaggio, non capo d'abbigliamento; questo punto ha dato origine a molti malintesi...) (33:53); Divorzia in modo amichevole invece di trattenere e fare del male a tua moglie (2:231); Punisci in modo equivalente a come sei stato ferito o sii paziente (16:126); Le differenze di colore e di lingua sono segni di Allah, non modi per essere superiori (49:13); Non prendere le donne con la forza, e non riprenderti il dono di nozze senza una ragione valida, e vivi con loro con gentilezza (4:19).

Jihad, la guerra santa

Il versetto della spada (quinto versetto della nona sura) è un versetto coranico ampiamente citato dai critici dell'Islam per suggerire che la fede promuove la violenza contro i pagani (politeisti). Il versetto recita: "Ma una volta che i Mesi Sacri saranno trascorsi, uccidi i politeisti ovunque li trovi, catturali, assediali e braccali in ogni modo. Ma se si pentono, eseguono preghiere e pagano la tassa per l'elemosina, allora liberali. In verità Allah è indulgente e misericordioso".
Il Corano giustifica la guerra solo per l'autodifesa dei musulmani, ma il versetto della spada è stato storicamente interpretato come una regola che "annulla e sostituisce" altri versetti e giustifica di punto in bianco la guerra offensiva contro i miscredenti e la conversione forzata di tutti i pagani.
Tuttavia, il verso successivo, di solito non citato dagli stessi critici, chiarisce meglio il significato del precedente: "E se qualcuno tra i politeisti chiede la tua protezione, concedigliela affinché possano ascoltare la Parola di Allah, quindi scortali verso un luogo sicuro, perché sono persone che non sanno nulla". In effetti, il versetto della spada si riferisce solo a quegli arabi pagani che hanno violato i loro trattati di pace dichiarando guerra ai musulmani. Se un pagano non ha violato trattati né è entrato in guerra, va lasciato in pace anche se vuole restare pagano, perché "non sa nulla" di trattati e guerre.
Esistono altre regole relative alla jihad, come il divieto di danneggiare coloro che non sono impegnati in combattimento, il divieto di uccidere animali come i cavalli, e il divieto di distruggere inutilmente le proprietà nemiche.
Nell'era moderna, la nozione di jihad ha perso la sua rilevanza giuridica e ha dato luogo invece a un discorso ideologico e politico. Mentre gli studiosi islamici modernisti hanno enfatizzato gli aspetti difensivi e non militari della jihad, gli islamisti hanno avanzato interpretazioni aggressive che vanno oltre la teoria classica. Il termine ha guadagnato ulteriore attenzione negli ultimi decenni attraverso il suo utilizzo da parte di estremisti islamici ribelli, militanti islamici e terroristi.
Una riflessione: quanto può essere difficile convincere un gruppo di musulmani che sono vittime di un sistema che non condivide ogni singola parola scritta nel Corano? Se le vittime si autodifendono con la violenza, e il sistema reagisce col pregiudizio contro tutti i musulmani, quanto sarà difficile convincere un altro gruppo di musulmani che sono vittime del sistema?


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